Le vie del centro sono infinite

Capto brandelli di conversazione per le vie del centro e improvvisamente realizzo d'aver sempre avuto orecchie wireless per questo genere di cose.

 

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Dialogo tra un professore e un non so

Professore:

Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore

 

Non So:

Mi scusi Professore
non è per colpa mia
ma questa sua canzone
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo sia purtroppo
una brutta poesia.
Mi scusi Professore
ma non c'era bisogno
d'ipocrita retorica
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai cantautori
non voglio giudicare
quei veri non lo fanno
o hanno più pudore.

 

Professore:

Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.

 

Non So:

Mi scusi Professore
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne due o tre brani
e altri assai noiosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Professore
ma ho in mente il fanatismo
e certe fan mature
poi certo populismo
da cui un bel giorno nacque
'sta bella melodia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

 

Professore:

Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.

 

Non So:

Mi scusi Professore
ma questo vostro pezzo
che voi interpretate
c'ha proprio rotto il cazzo
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non trasmette niente.
Sarà che gli italiani
per scelta e tradizioni
son proprio appassionati
di festival e canzoni.
Persino al club per Tenco
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

 

Professore:

Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.
Forse non lo sai ma io pensavo a Moccia.

 

Non So:

Mi scusi Professore
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto ai cantautori
voi recitate molto
perché siete convinto
che il mondo sia teatrino.
Mi scusi Professore
lo so che non gioite
se le luci a San Siro
son solo alle partite.
Ma un po' per non morire
e un po' per certi inghippi
dopo il Tenco e Sanremo
si faccia De Filippi.

 

Professore:

Forse non lo sai lo chiamo ancora amore.
Forse non lo sai lo chiamo ancora amore.
Forse non lo sai lo chiamo ancora amore.
Forse non lo sai lo chiamo sempre amore.

 

(ik;-)

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I fiori

Non so perchè quella sera,
fossero i troppi profumi del banchetto...
irrequietezza della primavera...
un'indefinita pesantezza
mi gravava sul petto,
un vuoto infinito mi sentivo nel cuore...
ero stanco, avvilito, di malumore.
Non so perchè, io non avea mangiato,
e pure sentendomi sazio come un re
digiuno ero come un mendico,
chi sa perchè?
Non avvevo preso parte
alle allegre risate,
ai parlar consueti
degli amici gai o lieti,
tutto m'era sembrato sconcio,
tutto m'era parso osceno,
non per un senso vano di moralità,
che in me non c'è,
e nessuno s'era curato di me,
chi sa...
O la sconcezza era in me...
o c'era l'ultimo avanzo della purità.
M'era, chi sa perchè,
sembrata quella sera
terribilmente pesa
la gamba
che la buona vicina di destra
teneva sulla mia
fino dalla minestra.
E in fondo...
non era che una vecchia usanza,
vecchia quanto il mondo.
La vicina di sinistra,
chi sa perchè,
non mi aveva assestato che un colpetto
alla fine del pranzo, al caffè;
e ficcatomi in bocca mezzo confetto
s'era voltata in là,
quasi volendo dire:
"ah!, ci sei anche te".

Quando tutti si furno alzati,
e si furono sparpagliati
negli angoli, pei vani delle finestre,
sui divani
di qualche romito salottino,
io, non visto, scivolai nel giardino
per prendere un pò d'aria.
E subito mi parve d' essere liberato,
la freschezza dell' aria
irruppe nel mio petto
risolutamente,
e il mio petto si sentì sollevato
dalla vaga e ignota pena
dopo i molti profumi della cena.
Bella sera luminosa!
Fresca, di primavera.
Pura e serena.
Milioni di stelle
sembravano sorridere amorose
dal firmamento
quasi un'immane cupola d'argento.
Come mi sentivo contento!
Ampie, robuste piante
dall'ombre generose,
sotto voi passeggiare,
sotto la vostra sana protezione
obliare,
ritrovare i nostri pensieri più cari,
sognare casti ideali,
sperare, sperare,
dimenticare tutti i mali del mondo,
degli uomini,
peccati e debolezze, miserie, viltà,
tutte le nefandezze;
tra voi fiori sorridere,
tra i vostri profumi soavi,
angelica carezza di frescura,
esseri pura della natura.
Oh! com'è bello
sentirsi libero cittadino
solo,
nel cuore di un giardino.
-Zz...Zz
-Che c' è?
-Zz...Zz...
-Chi è?
M' avvicinai donde veniva il segnale,
all' angolo del viale
una rosa voluminosa
si spampanava sulle spalle
in maniera scandalosa il décolleté.
-Non dico mica a te.
Fo cenno a quel gruppo di bocciuoli
che son sulla spalliera,
ma non vale la pena.
Magri affari stasera,
questi bravi figliuoli
non sono in vena.
-Ma tu chi sei? Che fai?
-Bella, sono una rosa,
non m'hai ancora veduta?
Sono una rosa e faccio la prostituta.
-Te?
-Io, sì, che male c'è?
-Una rosa!
-Una rosa, perchè?
All'angolo del viale
aspetto per guadagnarmi il pane,
fo qualcosa di male?
-Oh!
-Che diavolo ti piglia?
Credi che sien migliori,
i fiori,
in seno alla famiglia?
Voltati, dietro a te,
lo vedi quel cespuglio
di quattro personcine,
due grandi e due bambine?
Due rose e due bocciuoli?
Sono il padre, la madre, coi figlioli.
Se la intendono...e bene,
tra fratello e sorella,
il padre se la fa colla figliola,
la madre col figliolo...
Che cara famigliola!
E' ancor miglior partito
farsi pagar l'amore
a ore,
che farsi maltrattare
da un porco di marito.
Quell'oca dell'ortensia,
senza nessun costrutto,
fa sì finir tutto
da quel coglione del girasole.
Vedi quei due garofani
al canto della strada?
Come sono eleganti!
Campano alle spalle delle loro amanti
che fanno la puttana
come me.
-Oh! Oh!
-Oh! ciel che casi strani,
due garofani ruffiani.
E lo vedi quel giglio,
lì, al ceppo di quel tiglio?
Che arietta ingenua e casta!
Ah! Ah! Lo vedi? E' un pederasta.
-No! No! Non più! Basta
-Mio caro, e ci posso far qualcosa
io,
se il giglio è pederasta,
se puttana è la rosa?
-Anche voi!
-Che maraviglia!
Lesbica è la vaniglia.
E il narciso, quello specchio di candore,
si masturba quando è in petto alle signore.
-Anche voi!
Candidi, azzurri, rosei,
vellutati, profumati fiori...
-E la violaciocca,
fa certi lavoretti con la bocca...
-Nell'ora sì fugace che v'è data...
-E la medesima violetta,
beghina d'ogni fiore?
fa lunghe processioni di devozione
al Signore,
poi... all'ombra dell'erbetta,
vedessi cosa mostra al ciclamino...
povero lilli,
è la più gran vergogna
corrompere un bambino
-misero pasto delle passioni.
Levai la testa al cielo
per trovare un respiro,
mi sembrò dalle stelle pungermi
malefici bisbigli,
e il firmamento mi cadesse addosso
come coltre di spilli.
Prono mi gettai sulla terra
bussando con tutto il corpo affranto:
-Basta! Basta!
Ho paura.
Dio,
abbi pietà dell' ultimo tuo figlio.
Aprimi un nascondiglio
fuori della natura!

(Aldo Palazzeschi)

 

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Happy X-Mas (war is over)

John & Yoko Plastic Ono Band + Harlem Community Choir

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Buon Natale

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